20 anni dall’incubo, nell’incubo.

“Dove mi trovavo 20 anni fa?” Tutti, oggi pongono a se stessi questa domanda. Venti anni fa una tempesta dalla forza inimmaginabile si abbatté su tutto il Mondo. I morti furono migliaia ma i colpiti nella mente e nel cuore furono e sono ancora oggi milioni, miliardi …

Dov’ero io: a lavoro, nel mio ufficio. Improvvisamente, alcuni collaboratori mi chiamarono in sala gestione e controllo dove sui maxischermi scorrevano le immagini dell’attacco alla prima Torre. Tutti sgomenti i miei ragazzi, incredulo io, ci guardavamo e attraverso le espressioni dei volti ci chiedevamo, senza parlare, cosa stesse accadendo e perché. Poi in diretta veniva trafitta la seconda Torre e fu chiaro che il primo aereo non aveva colpito casualmente il grattacielo,  non era stato un incidente ma un atto voluto, studiato, portato a termine chissà da chi … Le Torri Gemelle crollarono sotto i nostri occhi e a quel punto cercammo di metterci in contatto con i nostri familiari e amici, molti erano, come mia moglie, a lavoro ed erano ignari, poi ci fu il passaparola e l’angoscia inondò gli animi: i rapporti internazionali e la vita delle persone stavano cambiando. Alle prime ipotesi di attacco terroristico, le domande divennero una sola domanda: ora cosa accadrà nel mondo? Un silenzio così, in quella sala non l’avevo mai “sentito”: eravamo un gruppo unito nella commozione mentre dalle Torri tante persone si lanciavano dalle finestre per volare verso l’ignoto … Noi eravamo addolorati e smarriti, a migliaia di chilometri da quelle due Torri a New York, U.S. sotto la torre di Telecomunicazioni a Rozzano, Italia.

Torre TLC – Rozzano MI (foto da internet)

 

6 pensieri su “20 anni dall’incubo, nell’incubo.

  1. Da Facebook, Angela: Ricordo come fosse ieri, mi telefonò mio marito ero al corso di formazione di inglese. Shock! In pochissimo fummo collegati tutti con la TV. Non sapevamo cosa accadeva: una cosa più grande di noi. Il mondo ci crollò addosso .

  2. Da wapp, Gigi Assante: io e mia moglie stavamo in macchina con mio cognato nel porto di Napoli , e tornavamo a casa, allorché un collega ci avvertì telefonicamente

  3. Da Facebook, Alberto Beccalli: Francesco, mi ricordo bene, ero con te in sala SPV… speravamo che fosse un film invece era in diretta

  4. Da Facebook, Giovanni Venditto: Io ero a scuola per un consiglio di classe e, siccome il bar della scuola era chiuso, sono uscito a prendere caffè ed acqua . Ho seguito le scene terribili al televisore del bar e quando sono tornato ed ho raccontato l’accaduto ai colleghi quasi increduli. Non dimenticherò mai i loro volti smarriti ed il loro silenzio assordante

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.