Il colore viola e altri colori …

Non avevo visto il film del 1985 di Spielberg, non posso fare confronti e allora ecco questo nuovo, prodotto da Spielberg ma sotto la regia di Blitz Bazawule, sceneggiatore, cantautore e produttore discografico ghanese che ha creato un vero musical su schermo con un grande cast, stupenda fotografia e trascinanti canti e balli. La storia è come tante che raccontano di donne-schiave e di voglia di riscatto, ma è ben illustrata, trascina e commuove. In sala non eravamo in tanti ed è peccato perché comunque questa pellicola fa parte di quel filone come Sister Act, Mamma mia!, La la land e altri che rivedremo volentieri più volte. Bravi a  Taraji P. Henson, Danielle Brooks, Colman Domingo, Halle Bailey, Phylicia Pearl Mpasi, Fantasia Barrino … Non dimenticheremo i bei primi piani e le espressioni di tristezza o di gioia che costellano la visione. il colore viola e i tanti altri colori …

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Povere Creature! Ricca storia.

Ho visto finalmente un film diverso dai soliti ed ero andato controvoglia: io a una storia fantasiosa? Sono uscito arricchito di belle immagini, riflessioni profonde sull’affermazione delle donne nella società e la ribellione alla violenta supremazia degli uomini, la scoperta di se stessi, della propria crescita fisica, sensoriale, mentale di se stessi. Ho visto protagonisti bravissimi come Mark Ruffalo e Willem Dafoe con una grande Emma Stone che si impone dallo schermo ai nostri cuori. Sono stato accompagnato da una colonna sonora integrata nelle vicende. Il regista Yorgos Lanthimos ha saputo giocare con la cinepresa sfruttando la capacità dei suoi attori di imporre i loro caratteri e le loro scelte su come interpretare certe scene ed esprimere i loro sentimenti. Una fiaba da vivere con i vari personaggi, con curiosità e attenzione: molti messaggi vengono lanciati e molte frasi sono da ricordare.

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Santocielo. Santapazienza.

Il film di questo sabato sera, detto subito, è piacevole come tanti film del duo Ficarra e Picone, una storia semplice che vuole toccare un tema difficile e antico: l’uomo non può mettere al mondo una creatura e patire dolori e gioie che, per natura e anche per volere divino, sono delle donne. Ma se non fosse così? Il film forse vuole affrontare il tema della parità dei sessi: una donna vale un uomo, può studiare, fare carriera, vincere Nobel, fare guerra, salvare il mondo, ma un uomo potrà mai partorire? Essendo un film comico, la domanda non fornisce una risposta definitiva, lascia in sospeso il futuro. I due comici sono bravi, non raggiungono il livello di interpretazione di “La stranezza”, che questa commedia non richiedeva. Da applausi, come sempre nelle ultime interpretazioni, Barbara Ronchi. Ad alto potenziale Maria Chiara Giannetta che deve allontanarsi un po’ dalle vesti di Blanca e dalle fiction. Il cameo di Giovanni Storti è una ciliegina sulla torta. Luoghi di scena ben scelti, buona colonna sonora e la regia di Amato. In definitiva: Santocielo è un film che inizia sottovoce, cresce man mano e richiede “Santa pazienza” per avere risposte.

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