Diabolik. Chi sei? Cos’è?

Questo terzo film sulla storia della coppia del crimine Diabolik – Eva e della giustizia Ginko – Altea delude gli appassionati del fumetto. Non si capisce cos’è: una fiction mal recitata? un film thriller per bambini? una commedia di storie di emarginati che si fanno strada da supereroi? un polpettone? Mancano tutti gli ingredienti delle sorelle Giussani autrici del fumetto: la suspense, il mistero, l’amore coinvolgente, i rocamboleschi inseguimenti (uno solo, all’inizio …), i trucchi fantasiosi di Diabolik, i suoi introvabili nascondigli segreti … Vero è che i Manetti Bros hanno dovuto raccontare la storia passata di Diabolik e la nascita della maschera ma quanta lentezza, che monotonia specie nelle lunghe scene nel sotterraneo …  Buona la ricostruzione delle strade, delle auto e oggetti degli anni Sessanta-settanta, l’inserimento di qualche canzone appropriata all’azione e altre no, ma per fare un buon film non basta la bellezza degli attori e cito Monica Bellucci, Giacomo Giannotti, Miriam Leone oppure la professionalità di Valerio Mastrandea, della partecipazione di Carolina Crescentini o di Barbara Bouchet. Le aspettative erano alte ma sembra giunto il momento di chiudere con la trilogia sul Re del Crimine, evitando altri sacrifici sull’altare del business.

Locandina da internet

Comandante. Italiano = altruista?

Questo film, tanto atteso nelle sale, suscita curiosità per un parallelismo inverso tra una storia vera della seconda guerra mondiale e l’attuale storia sociale del nostro Paese. Il Comandante di un sottomarino salva nemici naufraghi di una nave da lui affondata, contro le regole militari e politiche perché un marinaio, che è un uomo, non lascia morire in acqua altri uomini pur essendo su fronti diversi. In lui prevale l’altruismo, il tendere la mano a chi soffre, a chi “tiene famiglia”, a chi esegue ordini di quelli che per sete di potere non pongono limiti. Il Comandante Todaro sceglie gli affetti e non dimentica di essere “italiano” ovvero patriota si, fascista no perché lui segue solo le regole del mare, sicuramente è un uomo di cuore. Il film di De Angelis è ben fatto per struttura storica, fotografia, effetti, colonna sonora impreziosita da emozionanti canzoni d’epoca, attori ben scelti, con un Favino sempre in crescita, e alcune frasi “forti” e attuali come quando il marinaio morente dice che la guerra è fatta di macchine, la pace è fatta di macchine e il futuro sarà di macchine … E qui la domanda: oggi l’italiano è come quello del pluridecorato Comandante o è chiuso nell’ egoismo, indifferenza e falsi obiettivi sociali?

C’è ancora domani: speriamo …

Pochi giorni fa mi sono rallegrato per l’arrivo alla regia di Claudio Bisio e oggi esulto per quello di Paola Cortellesi: ha realizzato un film neorealista e commedia, italiano vecchio stile, non solo per i colore in bianco e nero ma anche per la concretezza e crudezza di sentimenti, immagini, personaggi. Una storia di una donna, di tante donne che subiscono violenze fisiche, morali e psicologiche: scrivo “subiscono” e non “subivano” perché l’argomento, di lontane radici, è sempre attuale. Donne ritenute serve in casa, sottopagate a lavoro (se riuscivano a lavorare …), chiuse nel dolore e poco propense a reagire preoccupate per le reazioni di mariti violenti o per salvaguardare i figli che, spesso, vengono dimenticati. La storia he ci viene raccontata è nei giorni che precedono un evento storico: le donne, per la prima volta in Italia, potranno esprimere il loro voto ed è lì che intravedono un po’ di luce in fondo ad un tunnel fatto di sacrifici, sofferenze, silenzi. La regista, grandissima attrice poliedrica, è stata attenta ai particolari, facendo vedere a chi ha una certa età, non solo scene familiari e sociali (il cortile di casa, il mercato …) di tutti i giorni, ma anche oggetti come la macchinetta per il caffè, la macchina per cucire, il portavivande, i grembiuli per la scuola … Spiragli di amicizie, rivalità, vecchi amori di un mondo popolare o snob. Scelta di attori perfetta: Valerio Mastrandrea è l’uomo simbolo di tanti senza cuore ed egoisti, Romana Maggiora Vergano una figlia nell’età dei primi amori, dei primi sospetti verso atteggiamenti violenti, dei primi pensieri di ribellione ad un modo di vivere sottomesso all’egemonia del padre-padrone, tutti gli altri attori ben inseriti nei loro personaggi con interpretazione molto convincente. Il film ha qualche momento che induce al sorriso e una colonna sonora mista di vecchie e recenti canzoni, con qualche scena da musical light … Il film fa riflettere e anche commuovere e in sala scoppia un applauso alla parola fine. Brava Paola, c’è ancora domani e da sperare.

Locandina dal web