Rapito. Essere “rapiti” da una storia vera.

Inizio col dire che eravamo molto indecisi a vedere questo film: i trailer e i servizi TV ce lo avevano fatto apparire come un film pesante, storico del periodo temporale del Papato. Questo film ci rimarrà nella memoria insieme ad altri pochi della cinematografia italiana d’autore: Marco Bellocchio, come lui ormai ce ne sono pochi,  ci ha raccontato con realismo il crudele accanimento di un Papa Re verso una famiglia di religione diversa, facendo di un bambino l’oggetto della “voracità” e “prepotenza” cattolica di quel tempo e dei genitori i martiri sofferenti, ma sempre pieni di speranza, in un contesto di un’Italia che stava cambiando e un popolo che non sopportava i soprusi.  Un grande cast: dal piccolo Enea Sala (bravo come il Pinocchio di Comencini o il figlioletto di Benigni …), Leonardo Maltese, Paolo Pierobon, Fausto Russo Alesi, Barbara Ronchi (una interpretazione intensa), Fabrizio Gifuni, Filippo Timi, Paolo Calabresi … solo per citarne alcuni. Una colonna musicale non ossessiva, delicata nei momenti giusti. Fotografia a colori tenui ma adatti al periodo storico. “Dura oltre 2 ore …” ci avevano detto spettatori all’uscita, ma chi se ne è accorto?

locandina da internet

 

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