Fatti seri, titolo difficile, trama facilona: “BlacKKKlansman”

Diciamolo subito: questo film poteva essere l’occasione di denunciare il persistere negli USA di problemi di razzismo, contro i neri e gli ebrei, per la conferma della razza bianca nel segno di “America first”, quel grido continuo di Trump. Probabilmente, pur riferendosi a fatti veri accaduti nel corso della storia americana fino ai fatti di agosto 2017 con i terribili scontri di Charlottsville fra neonazisti e oppositori, il grande Spike Lee ha voluto intenzionalmente ricorrere anche a momenti leggeri, quasi superficiali, direi per regalare un sorriso in tanta complessità sociale. E, pur ricorrendo a filmati e documentari, secondo il suo stile, Lee questa volta ne esce un po’ limitato. Il film è da vedere perché comunque di un certo livello rispetto ad altri in circolazione. Io ho apprezzato molto la colonna sonora che ricorre a canzoni famose. Molti attori devono “crescere”: John David Washington, figlio di Denzel, deve marciare molto per avvicinarsi alla bravura del papà, Adam Driver è un po’ statico mentre più credibile è David Duke e momenti di buona recitazione si vivono quando l’anziano Harry Belafonte racconta scontri tra neri e bianchi avvenuti in anni precedenti al tempo della storia del film che vede coinvolti gruppi come il Ku Klux Klan e Black Power che tentano ancora di affermare i loro fondamenta, in cui si trovano a muoversi e indagare, in particolare, due poliziotti, un nero e un bianco ebreo …

Locandina da internet

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