Challengers. Diretto al bersaglio …

Luca Guadagnino ha fatto centro: questo film va diretto, come un tennista che va in finale con lo “challenger”, tra i migliori visti negli ultimi tempi ed è peccato che sia uscito in un periodo lontano dagli Oscar o altri Festival. La storia piace, è attuale perché il tennis è sport sempre più seguito, ha il fascino del pubblico dei campi di gioco, ha, cosa più importante, lo sguardo sulla vita, sugli affetti e sentimenti dei giocatori e di chi li circonda, ha il profumo dell’adolescenza e dei rapporti complicati di attrazione e sesso mantenendosi lontano da aspetti volgari. Una prima parte vorticosa di salti tra presente e passato di una coppia di amici tennisti e di una ragazza, tennista di successo bloccata da un incidente, che prende per mano i due travolgendoli in una partita a tennis affettivo-sentimentale con colpi fortissimi, rovesci imprevedibili, schiacciate fulminanti. Una seconda parte, più sportiva, competitiva sul campo di gioco dove i due amici-nemici si sfidano all’ultimo orgoglio fino a quando l’amicizia prende la partita. Attori bravissimi che si sono integrati nei ruoli e anche nella mentalità di chi compete nel tennis: stupenda Zendaya, convincenti Josh O’Connor e Mike Faist, tutti avranno un grande futuro non solo nel mondo del cinema … Bella la fotografia, i primi piani, gli sguardi teneri o da sfida, il ricorso a riprese da … videogioco. Ottimo l’accompagnamento sonoro, protagonista in molte scene. Questo film segna punti a favore del cinema da “grande schermo” perché in sala e non nel salotto di casa, si apprezzano i suoi punti di forza: ha fatto proprio “Challenger”!.

locandina da internet

Civil War. Riflettiamoci …

Questo film è da vedere per più motivi: è molto vero nelle varie fasi della vicenda di giornalisti inviati di guerra che non fermano i loro click davanti all’orrore delle guerre e ai pericoli enormi in cui vanno incontro sfidando il destino per raggiungere il loro scopo finale e cioè informare la gente con prove concrete prese direttamente sugli scenari raccapriccianti, inoltre la trama del film è immaginaria ma potrebbe essere reale se pensiamo alle tante guerre civili che si susseguono nel mondo, poi se il Paese in oggetto sono gli Stati Uniti che si dividono in una guerra fratricida ribellandosi al Presidente, l’invito a riflettere sulle conseguenze è allarmante. Il regista Alex Garland ci porta con perizia, in maniera cruda in varie situazioni e , anche grazie al sonoro, ci fa vivere momenti di terrore ed elettrizzanti, facendo stringere lo spettatore alle vite dei protagonisti della storia che sono giornalisti che credono profondamente nella loro mission, pur essendo persone con proprie storie, con propri sentimenti, con propri caratteri, coraggio e paura ma con l’intento di mantenersi imparziali nel mostrare a tutti la verità: guerra è morte e dolori, guerra civile lo è di più. Ottimi gli interpreti, in particolare: Kirsten Dunst, Wagner Moura, Cailee Spaeny, Stephen McKinley Henderson … Grande la fotografia, i primi piani che mettono in risalto pensieri e sentimenti, i paesaggi. Colonna sonora non assillante come invece il suono protagonista fatto di spari e bombardamenti … Un film, questo, che subito fa capire che non si è in una fiaba e fa riflettere tanto. Una nota: forse perché siamo in un periodo di guerre vicine e la gente vuole distrazioni leggere e non vuol pensare, in sala eravamo non più di una decina … Peccato: c’era da imparare oltre l’eroismo dei reporter su democrazia e libertà d’informazione.

foto da internet

Un mondo a parte. Reale.

Andare a cinema a vedere un’interpretazione di Antonio Albanese ci fa pensare alla comicità facile, da show televisivo, poi ci accorgiamo che i suoi film anche se diretti da registi diversi, lasciano sempre un segno, una riflessione, un ricordo, un senso di colpevolezza o di riscatto. “Un mondo a parte” diretto da Riccardo Milani ci porta in un paesino come ce ne sono tanti sparsi nella nostra Italia, posti in luoghi impervi, con pochissimi abitanti, case disabitate, pochi giovani, qualche bambino. Paesi e tradizioni che spesso spariscono per sempre. In questo “mondo a parte” si vive una realtà diversa che in altri luoghi e città, si dà importanza a cose semplici, alla natura, alla poesia … C’è chi lotta per la loro sopravvivenza, per lasciare tracce di storia e di persone anche cercando di salvare, per esempio, una scuola che è la piantina che può far crescere un albero di ripresa e vitalità … con  il coinvolgimento di nuovi arrivati, profughi da Paesi in guerra o poveri. Albanese si conferma attore di alto livello, sensibile a temi di solidarietà sociale e ambientale e interpreta il ruolo di un maestro in maniera concreta da missionario della cultura e dell’amore verso i bambini, verso il futuro. Sua collega, Virginia Raffaele, bravissima anche nella recitazione cinematografica, gli si affianca con forza insieme ad attori e bambini molto credibili scelti sul posto, e il film prende il volo verso il successo. Momenti che fanno ridere, momenti di sensibilità, bella fotografia in luoghi paradisiaci e difficili, colonna sonora che accompagna e non fa rumore … Bel film, veramente. Reale, soprattutto.

locandina da internet