Viviamo in un Paese dove le illusioni, le promesse e le pubblicità ingannevoli ci ci vengono immesse in continuazione. Prendo spunto dall’ultimo femminicidio: una bimba chiama lancia l’allarme perché il padre ha ammazzato la mamma. Succede spesso e sempre sentiamo interventi di personaggi delle istituzioni che parlano di evento inaspettato, di violenze in casa … Gli inviti alle donne di non nascondere certi fatti, di denunciarli, sono numerosi e anche le pubblicità in tal senso da parte del Governo e di Associazioni per la protezione delle donne sono promosse giornalmente. Ebbene, in questa Italia sempre più confusa da bla bla bla, quando succede che la donna denuncia, che le forze dell’ordine sanno e che l’assistenza sociale si trova di fronte a un codice rosso, di pericolo, quando addirittura ci sono stati episodi precedenti di violenza coinvolgenti anche persone vicine, si scopre “candidamente” che nessuno ha fatto qualcosa per aiutare la vittima.
Cose del genere avvengono in varie situazioni: grandi sbandieramenti di organizzazioni e enti pubblici per esempio per la protezione dei bambini, per l’accoglienza, per l’integrazione, per la condanna del bullismo, per l’attenzione alle diversità anche di genere, per l’alcolismo e uso di droghe, per le bande di giovani armati, per la sopravvivenza nelle carceri, ecc ecc …ma cosa si fa poi concretamente pure a fronte di fondi stanziati, di spese e proclami? Il fenomeno dei femminicidi continua a manifestarsi con numeri allarmanti, colpendo donne di ogni età e contesto sociale, in ogni Regione: basta dare una lettura al sito dell’Osservatorio nazionale “Non una di Meno”. Il caso di Settala rappresenta gravemente il fallimento di messe in scena che si rivelano fallimentari quando poi il danno è irreparabile. E allora assistiamo a quelle illusioni create dai talk show, dai media, dalle istituzioni che ci fanno credere che in questo Paese possiamo sentirci protetti, ma nella realtà siamo abbandonati a noi stessi e al destino.
Mi sono avventurato in un campo molto difficile, sarò stato banale, ma le verità è che non sopporto più certe chiacchiere e non mi sento sicuro, né sento sicuri figli e nipoti … ma, dimenticavo: viviamo in un Paese dove si perseguitano quelli che cantano Bella Ciao cui la Seconda carica dello Stato fa cenno “vi faccio un cu…. così” e si mostrano tranquillamente quelli che, fregandosene della Costituzione “più bella del mondo”, fanno il saluto romano. Che spettacolo ci attende?