2 Giugno: oggi come allora …

Oggi è Festa. Festa di tutti gli Italiani. E oggi, più di tutti gli altri giorni dell’anno, amo la nostra Repubblica, il suo Presidente, la Carta Costituzionale e i simboli e i ricordi. A questo giorno sono legato tramite tante immagini del mio passato, di quando fin da bambino mi trovavo, con i miei familiari, tra una folla gioiosa in via Caracciolo a Napoli e agitavo una bandierina tricolore al passaggio del corteo delle Forze Armate e in particolare di due corpi cui sono ancora oggi affezionato: i Carabinieri, quelli “fedeli nei secoli”, tra cui c’era mio cugino-cognato che cercavo di scorgere , non sempre con successo, ogni volta e i Bersaglieri, quelli della Fanfara che corre con le piume al vento, suonando e sbuffando …  Allora l’Esercito era ancora un elemento di difesa e anche di guerra, ma io, ragazzo, vedevo in quel passaggio di uomini fieri, col passo cadenzato, accompagnato di volta in volta dalla banda musicale di appartenenza, gli eroi del passato. Uomini di terra, di mare e del cielo pronti a difendere la Patria. E oggi i nostri militari sono Uomini di Pace, che intervengono per la difesa dei diritti e della sicurezza delle popolazioni anche in momenti di disgrazie naturali come terremoti e danni da ribellione del clima … Uomini di Pace e spero sia sempre così perché di guerre, di morti, feriti, bambini innocenti martoriati, non ne abbiamo bisogno. La sfilata di allora e la sfilata di oggi per me è marchio di appartenenza ad un Paese democratico che ha avuto e ha, specie in questi ultimi tempi, momenti difficili vedendo traballare molti diritti degli Italiani come l’uguaglianza, la fraternità, la libertà attraverso personaggi che si improvvisano governanti, che tante volte non hanno spessore morale e culturale, né la serietà di pensare a ciò che dicono e che vogliono mettere in discussione perfino principi fondamentali della nostra Costituzione … Mi fermo qui. Torno ai ricordi di quei “2 Giugno” quando guardavo gli occhi lucidi di mio padre che vedeva scorrere le immagini anche dolorose della “sua” Resistenza e stringevo la mano di mia madre: loro mi insegnavano il rispetto verso gli altri, i valori della democrazia, l’importanza della libertà, i doveri e i diritti nel rispetto della Legge, l’amore per gli ideali, per il futuro. Una Giornata di Festa che ogni anno mi facevano più uomo, più forte e convinto anche se allora e oggi che ho la barba bianca, mi prende quel prurito da pelle d’oca  quando sento alzarsi verso il verde della speranza, il bianco delle nuvole e il rosso della passione, le note dell’Inno d’Italia.