La Belle Epoque: un can can di tenerezza e sorrisi.

Un gran bel film: in genere una recensione riporta il giudizio alla fine, ma questo film merita l’evidenza. Da anni non mi capitava di sorprendermi che fossero trascorse già due ore circa dall’inizio, senza intervallo: un susseguirsi di momenti di tenerezza, di sorrisi, di commozione e di romanticismo non permette distrazioni. Il risentirsi “giovane” del protagonista, ritrovando sensazioni, stimoli, batticuori, e il riportarlo alla realtà con una nuova forza e voglia di vivere, coinvolge ogni spettatore. In sala si sentono risate, commenti silenziosi, sospiri e, al termine, qualche applauso non frenato, come a teatro. La trama qui non la racconto, non è un thriller, né una commedia alla francese: la storia va vissuta per l’energia sentimentale che trasmette lo schermo verso chi guarda, portandolo “dentro” le varie situazioni, con un aggancio alla propria vita …  Buona la regia di Nicolas Bedos. Gli interpreti: il grande Daniel Auteuil che ogni volta riserva sorprese e trasuda esperienza, Fanny Ardant che col suo eterno fascino, il sorriso stupendo e quegli occhi lucenti, attrae oggi come anni fa,  Doria Tillier che non conoscevamo, sensuale, brava, trasformista, Guillame Canet che artisticamente cresce a ogni film, Pierre Arditi forte nella sua caratterizzazione, e tanti altri ben scelti e preziosi per il successo di questa pellicola che ha anche un’ottima fotografia. Cosa dire per concludere? All’accensione delle luci in sala, volti soddisfatti, commenti positivi, il volteggiare di ricordi e speranze degli spettatori: un can can …

Locandina da internet