La corona del Re …

Bel tempo anche oggi. Ho controllato: da inizio anno ha piovuto solo sei volte, leggermente, quasi per non disturbare un inverno che ha dormito, svogliato. E lo smog  festeggiava sotto un sole insolito e polveri sottili di … stelle. Guardavo dalla finestra, non potendo uscire per disturbi diffusi a una certa età, guardavo gente passare con cani, correre in bici o a piedi … vedevo uscire persone per lavoro, bambini per andare a scuola … Nessuna invidia, ma vedevo il trascorrere della vita. Poi è arrivato lui, il “Re” dei virus forte della sua corona, della sua potenza, della sua cattiveria e sete di vendetta sul nostro egoismo: eravamo diventati quasi robot, movimenti quotidiani automatici, quasi annullata la comunicazione personale in famiglia, in società, senza più guardarci negli occhi, sempre rivolti a schermi con più o meno pixel, non sapendo più sorridere o prendere per mano un bambino nell’aurora o un anziano al tramonto … E il “Re” ha colpito duro, senza guardare in faccia a nessuno: anziani, giovani, bambini, ricchi e poveri, regnanti e politici, professionisti, operai, medici, infermieri, laici e religiosi, bianchi o neri … Tutti in casa. Tutti distanziati. Tutti soli.

Mi sono svegliato in un mondo diverso? Non lo so: si capirà dopo la tempesta, alla fine della “guerra”. Ora so che il sole continua a splendere ed è già primavera, che finalmente guardiamo negli occhi degli altri, al di sopra di mascherine, e riusciamo a leggere la stanchezza, l’amore, la sofferenza, la gioia, la tristezza, la vita, la morte. E so che le distanze non esistono se servono a salvare persone e quegli schermi che ci facevano schiavi e che allontanavamo dai nostri ragazzi, in ogni pixel ci regalano il sorriso di un figlio, di un padre, di un nonno, di un amico che non vedevamo da anni, rafforzando sentimenti che avevamo perso. In casa, in famiglia: accanto a una moglie che vediamo lavorare “smart”, curare la casa e noi e i figli e i nonni … Accanto a un bambino che ci accorgiamo essere cresciuto e che aiutiamo a fare i compiti e stare nella Classroom, con la sua video-maestra,  e i compagni che si salutano e collaborano in Conference Call … Ci guardiamo allo specchio e sembriamo nuovi, pensiamo a noi, alla famiglia. scordando i bla bla bla dei politici, le azzuffate dei talk show, dei post sui social che ci rubavano tempo prezioso …

I servizi dei TG non sembrano più film da sbirciare mangiando pollo e patatine fritte comprati pronti al supermercato: ci interessa sapere cosa il “Re” ha intenzione di fare, cosa vogliono fare quelli che ci governano, cosa dobbiamo fare noi aspettando chiarezza e trasparenza. Vediamo bare portate chissà dove, rispettiamo il lavoro di chi si batte per salvarci negli ospedali, sotto tende o capannoni, spesso senza strumenti e letti, ma dotati di una forza che non conoscevamo, quella di chi svolge una “missione”. Ascoltiamo due anziani Saggi del nostro tempo: il Presidente della Repubblica e Papa Francesco e ci sentiamo più pronti ad affrontare il “Re”, quel Re che prima o poi perderà la sua “corona”. Restiamo in casa. Ce la faremo. Andrà tutto bene. Non sono ritornelli diventati modi di dire: col suono dell’Inno d’Italia e lo sfondo del Tricolore, “Solo uniti ci possiamo salvare” e più che sirene, sentiremo suonar le campane.