In punta di piedi …

Tempi difficili per andare a cinema. Abbiamo scelto di andare di pomeriggio: sala quasi vuota e sicurezza …

Questo film di Edoardo Falcone è proprio ciò che aspettavamo: atmosfera natalizia, una favola per bambini e adulti, una commedia italiana ante-volgarità, un saluto al grande Gigi Proietti, ma certo non un film da Oscar. Effetti scenici disneyani che portano lo spettatore a visitare tante Città in pochi istanti e attori scelti con attenzione, ben aderenti ai personaggi: un Marco Giallini delinquente fanfarone anzichè ispettore fanfarone e ottima spalla per il mattatore Gigi che, sarà per motivi emozionali, abbiamo trovato ricco di umanità, di saggezza, di esperienza e bravura. Barbara Ronchi è un’attrice che piace e migliora sempre più e non esagero pensando che possa essere la nuova Claudia Gerini. L’impacciato personaggio affidato a Daniele Pecci è risultato veritiero. Brava la bimba, promettente. Film ben costruito, con messaggi importanti sul miglioramento di se stessi, sul recupero sociale dopo un’esperienza di malavita, sul non essere egoisti anche con un occhio al vecchio detto “Aiutati che Dio ti aiuta”. Come non associare la visione di quel Babbo Natale che, in abiti civili, tira un trolley andandosene in pensione, lentamente, verso una meta tranquilla, al suo saluto a tutti noi che lo abbiamo ammirato come mattatore e lo ameremo sempre?

locandina da internet

Riporto questa straordinaria descrizione in cui mi riconosco ….

Il presepista
Madonn d’‘o Carmine, staje sempe a penzà’ ‘o Presebbio?
Natale vene ‘a dicembre, ce vò tiempo!
Questa domanda mi viene posta spesso e volentieri da amici e conoscenti, anche da mia moglie a dire il vero, perché in tanti credono ancora che la realizzazione di un presepe o di un pastore si riduce a pochi giorni di lavoro concentrati a ridosso del Natale.
Per spiegare questa grande passione, basta fare un paragone con il gioco del calcio: il presepista è come un appassionato che segue le vicende della sua squadra del cuore 365 giorni all’anno.
Il presepe, come lo sport in genere, è passione, ma è ancor più: fede, spiritualità, storia, arte, ricerca delle proprie radici, tradizione e cultura.
La mostra natalizia è la risultante di un intero anno di lavoro, è il “campionato” dei presepisti dove non ci sono classifiche di merito, perché i partecipanti sono tutti vincitori avendo espresso il meglio di sé per rappresentare la nascita di Nostro Signore.
Alcuni mesi sono dedicati allo studio, alla ricerca dei materiali, allo sviluppo delle idee e dei progetti, altri, agli acquisti da fare, alla realizzazione della scenografia, dei pastori, degli animali e dei finimenti.
Per meglio esprimere il concetto, è necessario spiegare chi è un presepista.
Il presepista è un artista a tutto tondo, un sognatore, una persona che per la disperazione di moglie o marito, non solo ha fatto del presepe quasi una priorità di vita, ma ha anche la speciale capacità di vedere delle potenzialità in oggetti che agli occhi di un profano possono sembrare inutili o inutilizzabili.
Quindi, un paio di orecchini o una collana rotta, un ritaglio di pelle o di stoffa, un pezzo di legno di quelli che si trovano sulle spiagge o vecchie assi di solai, il manico di un pennello, il crine di poltrone o materassi e così all’infinito, possono essere oggetti preziosi.
Sono cose che non si buttano via perché: “Ponno sempe servì’!”
E’ anche un attento osservatore: un viaggio o una semplice passeggiata sono sempre l’occasione per trovare l’ispirazione.
Un panorama caratteristico, un borgo, un viottolo di campagna, una roccia, un ruscello, un casolare diroccato, ecc., sono ottimi spunti per eventuali future creazioni.
Se può scatta una foto, altrimenti, come si faceva un tempo, si arma di carta e penna e realizza uno bozzetto che tirerà fuori al momento opportuno.
Il presepista è un bambino racchiuso nel corpo di un adulto, è una persona generosa, a volte diffidente e a tratti scontrosa, spesso capricciosa e gelosa dei propri “giocattoli”.
Ma come tutti i bambini, se gli vai a genio, ti apre il suo cuore, ti fa entrare nel suo paese dei balocchi e ti invita a giocare al presepe con lui.
Con grande orgoglio ed un pizzico di soddisfazione ti mostra le sue ultime creazione o l’ultimo acquisto, ti offre la sua esperienza, ti dona ricordi, storie ed aneddoti.
Quindi, possiamo affermare che la realizzazione delle opere che possiamo vedere in una qualsiasi mostra, in un catalogo, in rete ecc., non è frutto del caso o d’improvvisazione, ma l’espressione artistica di chi ha profuso: passione, sacrificio, amore, talento… opere intime tutte meritevoli di attenzione e contemplazione, per le quali non raramente si riuscirà a percepire lo spirito e l’animo dell’artista che le ha realizzate.
Buon Natale e buon presepe a tutti.
Massimiliano Greco

Spaghetti ai moscardini in rosso

Ingredienti x 2 p
160 g spaghetti
400 g moscardini piccoli e freschi
½ spicchio aglio
Prezzemolo
1 bicchiere piccolo vino bianco
300 g polpa tritata fine di pomodoro
Olio evo q.b. 
Preparazione
Pulire i moscardini: eliminare le interiora e la pelle, sciacquarli e asciugarli.
In un largo tegame che possa contenere la pasta, rosolare lo spicchio d’ aglio ed eliminarlo, aggiungere i moscardini, mescolare e spruzzarli di vino, sfumare, aggiungere la polpa di pomodoro e, a fuoco medio, portare a cottura, salando quanto basta. Nel frattempo cuocere la pasta in abbondante acqua salata, scolarla molto al dente e versarla nella padella col pesce portandola a cottura, e aggiungendo, se occorre, un po’ di acqua della pasta.
Spolverare con il prezzemolo tritato e servire caldo.

23 ott 2021 - A. Passeggio Gentile